domenica 26 giugno 2011

LEGA NORD, OVVERO LA POLITICA SOTTO FORMA DI TRESSETTE

Apertura: accuso di spade
Fendenti a destra e a manca. Tagliare tutto il vecchio e il marcio. E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare. Lo abbiamo duro e con lo spadone di Alberto da Giussano facciamo fuori ogni ipocrisia. Roma Ladrona è ovunque: nei palazzi ministeriali, nel capoluogo di regione, nel municipio del nostro comune. Non siamo molto raffinati, è vero, ma onesti e il buon senso ci indirizza al bene anche in assenza di competenze.
Seconda fase: striscio a bastoni
E’   venuto   il   momento   della   lotta.   Si   identifica   il   nemico   da   bastonare,   l’avversario   da   far   fuori   per guadagnare il risultato della Padania e del Federalismo. Oddìo, il bersaglio magari cambia: quindici anni fa bastonavamo il Mafioso di Arcore, di cui poi siamo diventati il miglior alleato, anche se forse lo scarichiamo tra poco. Nel grande come nel piccolo: abbiamo sostenuto un sindaco e ora gli lavoriamo contro. E’ la tattica, bellezza! e in quanto a spregiudicatezza e movimentismo non temiamo confronti con nessuno dei
miti della Prima Repubblica. Se serve, il bastone si  usa  anche dentro: ministri  come Pagliarini, sindaci simbolo come il milanese Formentini, uomini chiave come il capogruppo alla camera Ce oggi militano dall’altra parte. Anche da noi,chi se li ricorda il sen. Visentin, l’on. Cardelli, l’assessore regionale Zoppolato, la presidente Guerra, il sen. Gabana, l’on. Pottino: tutti ex leader cacciati o fuggiti. Per non parlare dei Ronchese… Che mondo infido, pieno di Giuda!
Terza fase: cresco a coppe
Si vince. Da soli o alleati con qualcuno, si portano a casa le amministrazioni comunali e i governi regionali.
E soprattutto le presidenze degli enti. S’impara presto: scarpa grossa e cervello fino. Non ci vuol molto a capire che l’ASL o l’azienda municipalizzata valgono, in potere, più di un grosso comune, stanno meno sotto i riflettori dell’informazione e danno a chi li guida stipendi altrettanto alti. Avessimo messo mano anche alle fondazioni bancarie, come voleva Tremonti… Pazienza! Dice  che la politica  deve star lontana  da queste cose?  che lo dicevamo anche noi? Ma  quella  volta governavano gli altri, che erano ladri, adesso noi, che siamo bravi e onesti!
Quarta fase: busso a danari
Perché proprio io devo far tutto gratis? sono il più … mona? Far politica è un mestiere e va pagato. E quando smetto di far politica e mi trovo senza un mestiere, ho diritto a un posto di sottogoverno per sopravvivere.
E la politica costa. Tu, che ricevi tanti appalti dell’amministrazione leghista, potresti lasciare qualcosa per il partito: altrimenti l’appalto lo do a un altro. Tangente?  Non scherziamo: le tangenti le chiedevano gli altri, che erano ladri. Noi vogliamo solo un po’ di generosità per noi e per il partito.
Quinta fase: la conta dei punti
Non tanti, in verità.
Federalismo: un paio di leggine ancora da applicare. Due figure che non fanno nemmeno un punto.
Corruzione: i ladri li abbiamo cacciati. Ma le tangenti sono più alte di prima. Chi diavolo sarà mai che ruba?
Carico fiscale: dicono che sia aumentato, ma dev’essere uno di quei discorsi che fanno gli intellettuali.
Sicurezza: abbiamo risolto così bene il problema, che quando sono state istituite le ronde, non si  è presentato nessuno: un paio di squadre in tutta Italia.
Ma abbiamo portato a casa i Danari!

sabato 25 giugno 2011

Gli operai dell’ex Profim mercoledì pronti a manifestare in Regione

Il Tribunale di Pordenone ha già preso in esame le richieste di concordato preventivo presentate lunedì per il gruppo Florida. Il progetto di rilancio riguarda la Poletti, il Mobilificio Florida e la Leader Cucine, nessun piano industriale, invece, per la Florida Cucine (ex Profim), dove i 91 dipendenti sono da oltre una settimana in assemblea permanente. I giudici non si sono ancora espressi, ma ieri mattina hanno chiesto agli avvocati Paolo Dominis, Paolo Mignati, Paolo Brugnera e Pierfrancesco Scatà integrazioni tecniche. Caldeggiano il deposito di garazie bancarie entro l’8 luglio, prima dell’udienza di solvibilità, sia da parte dei soci storici del gruppo sia da parte di affittuari e acquirenti. Una richiesta che viene letta come un segnale positivo da parte del Tribunale.
      Da quanto prospettato ai sindacati, i tagli agli organici sono notevoli: su 400 operai circa, solo 140 avrebbero il posto di lavoro assicurato. La situazione più critica è quella dei lavoratori dell’ex Profim di Prata, che si preparano a portare la loro protesta in Regione. Mercoledì, alle 9.30, una delegazione sarà a Trieste per manifestare. Ieri hanno ricevuto la visita di Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in consiglio regionale, che ha sollecitato la Regione ad attivarsi. «Abbiamo chiesto più volte l’audizione del presidente Tondo in seconda Commissione per avere un quadro preciso sugli stati di crisi aziendali - ha riferito - Non è mancata una specifica richiesta sul gruppo Florida, ma tutto tace. La giunta regionale deve assumersi la responsabilità di affrontare queste drammatiche situazioni e venire in Consiglio a relazionare». Moretton chiederà un incontro con i capigruppo e il presidente Tondo per mercoledì, quando gli operai "marceranno" su Trieste.
      A Prata il morale è alto. «Siamo convinti di riuscire a farcela», afferma Michele Sica (Rsu Cgil). 


Il gazzettino 25.06.2011

mercoledì 22 giugno 2011

Profim, il presidio non si ferma

Nessun tentennamento né indugio: l’assemblea permanente dei lavoratori della Profim - Gruppo Florida va avanti. Ieri a incontrare i lavoratori (91 i dipendenti che stanno lottando per mantenere in vita lo stabilimento che, al momento, non ha prospettive di prosecuzione dell’attività) si sono recati il sindaco di Prata, Nerio Belfanti, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil e Cisl e anche il consigliere regionale del Pd Paolo Pupulin. E proprio da questo incontro tra l’esponente del Partito democratico, i sindacati di categoria e i lavoratori è emersa la volontà di organizzare una manifestazione in Regione. Indicativamente potrebbe svolgersi il 28 o il 29 giugno – nei prossimi giorni sarà definito nel dettaglio il programma – e ha lo scopo di sensibilizzare le istituzioni sul dramma occupazionale, e industriale, che si sta consumando alla Profim: unica azienda del Gruppo Florida per la quale non si profilano soluzioni in grado di evitarne la chiusura. «Il presidio va avanti giorno e notte – spiega Michele Sica, delle Rsu Cgil della Profim – e più si va avanti e maggiore è la consapevolezza tra tutti i lavoratori dell’importanza e del valore di questa iniziativa. Cerchiamo, in questo modo, di aprire un varco nel silenzio che opprime una crisi consolidata e profonda nel settore del legno di questo nostro territorio. A breve troppe persone resteranno senza lavoro e si riverseranno sul territorio senza avere alcuna possibilità di rioccupazione. La cassa integrazione è soltanto un palliativo – conclude Sica –: noi vogliamo altro. Vogliamo lavoro». (e.d.g.)


Messaggero Veneto 21.06.2011

lunedì 20 giugno 2011

Alla Profim non si molla

 turno, giorno e notte, senza mai mollare. È così che i 91 lavoratori della Profim difendono il posto di lavoro e la dignità delle proprie famiglie. Anche di domenica. Il presidio è cominciato mercoledì scorso e continuerà finchè i lavoratori non riusciranno a intravedere uno spiraglio di salvezza. Questa che inizia sarà una settimana importante. Tra oggi e domani è attesa l’ufficializzazione della richiesta di concordato preventivo. Questa mattina, annuncia Michele Sica (Cgil), le Rsu hanno convocato un’assemblea per fare il punto. È probabile che non si parli soltanto della Profim, ma che si discuta anche sul «silenzio», come lo definiscce Sica, calato sul settore del mobile. «Nessuno ne parla - afferma il sindacalista della Cgil - Eppure ci sono moltissimi operai in cassaintegrazione e moltissime aziende chiuse. Noi temiamo l’effetto domino».
      La paura è che ciò che sta succedendo nell’azienda di Maron possa succedere tra qualche mese in altre realtà di Prata, Brugnera o Tamai. «Vogliamo comunicare con grande forza questa crisi - continua Sica - C’è il rischio che in questa zona nel giro di un anno la crisi faccia terra bruciata». Lo sanno molto bene le decine di operai che da mercoledì hanno portato la loro solidarietà ai lavoratori del gruppo Florida che presidiano la Profim. Preoccupatissima la giunta comunale di Prata, anche perchè la crisi Profim, se non si troverà una via d’uscita, avrebbe riflessi pesanti sull’indotto (circa un migliaio di persone). Finora nessun politico è andato a parlare con i gli operai, uomini tra i 30 e i 50 anni che provengono da tutta la provincia, che lavorano a singhiozzo da cinque mesi e da tre anni fanno i conti con la cassa integrazione a rotazione.


Il gazzettino 20/06/2011

domenica 19 giugno 2011

La Profim resta occupata I lavoratori non mollano

Una cosa è certa «noi siamo qui e non molliamo». L’assemblea permanente con occupazione della fabbrica, la Profim - Gruppo Florida - di Prata, da parte dei 91 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro, va avanti. Lo hanno ribadito ieri anche al vicesindaco Marzo Maccan che si è recato allo stabilimento per informare i lavoratori che l’amministrazione «si sta muovendo, come può e con gli strumenti che ha. Ci stiamo attivando anche con gli istituti di credito per verificare le migliori proposte che consentano di erogare gli anticipi della cassa integrazione», mentre il Comune si farebbe carico del pagamento degli interessi. E’ un aiuto, e quindi ben accetto, ma «gli ammortizzatori sociali non sono la soluzione che vogliamo - puntualizza Michele Sica, Rsu Cgil -. Noi vogliamo una soluzione industriale!». Ed è un coro di “sì” a seguire la dichiarazione di Sica da lavoratori, uomini e donne, che si sono sentiti «presi in giro da una proprietà che prima ci propone un piano industriale da 25 milioni di euro, di cui 7 di capitale proprio, e che poi nega un solo milione di euro per dare corpo ad un piano di rilancio interno che prevedeva di riassumere metà dell’occupazione attuale (91 dipendenti)». 
Dal Gruppo Florida, che sta tentando di chiudere con un concordato, potrebbero ripartire tre aziende, ma non la Profim, per la quale non ci sono, allo stato, progetti di ripresa. Semplicemente «inaccettabile» per questi lavoratori giunti al terzo giorno di occupazione. «Ho trascorso 20 anni di questa azienda - racconta Paola Biscontin -, ho conosciuto le 10/12 ore al giorno e i sabati obbligatori, adesso non possono venirmi a dire che si chiude e si mette la gente in mezzo alla strada. Io non ci sto!». Marito e moglie in Profim, con mutuo da pagare, due figli di 6 anni e 7 mesi, Eugenio avvisato chiede «al padrone: lei ha assicurato sette generazioni, io che cosa assicurerà il prossimo mese?». «Non accettiamo che si calpesti la nostra dignità - aggiunge Nicola Rumiato -. Dopo tante promesse non mantenute, hanno anche avuto il coraggio di chiederci di produrre per altri due giorni». Non per dare continuità all’azienda «ma per riempire le casse del concordato, senza nemmeno dirci che lo avevano avviato». Sui volti di questa gente non c’è la disperazione, solo la volontà di combattere per il proprio lavoro, per il proprio futuro.


Il messaggero 18.16.2011

Dubbi rientrati: il consigliere Favot non è incompatibile

 Dorino Favot non è incompatibile. Il consigliere comunale pratese della civica “Giovani idee in comune” è stato al centro di un’interrogazione presentata dal gruppo Cambiare Insieme che ha sollevato il dubbio sulla sua incompatibilità con le consulenze e gli incarichi svolti per l’Azienda pubblica di servizi alla persona “Casa Lucia” di Pasiano. Il centrosinistra, ricordando che già all’insediamento nel 2007 era stata fatta la ricognizione della compatibilità di Favot, in base alla quale venne verificata la correttezza della sua eleggibilità anche se dirigente pubblico, ha fatto riferimento all’articolo 78 del testo unico che stabilisce che ai consiglieri comunali o è vietato ricoprire incarichi e assumere consulenze in enti e istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo e alla vigilanza dei relativi Comuni e Province. Favot ha percepito 10.302,70 euro per il 2008 e 12.610,27 euro per il 2009 come direttore amministrativo di “Casa Lucia” e inoltre ha svolto una consulenza nel 2010. Secondo la segretaria comunale Paola Rover, al debutto in consiglio, c’è tuttavia un’incompatibilità, ma sentenze della Cassazione hanno stabilito che non ci sono sanzioni per la violazione. (g.b.)


Messaggero veneto 18.06.2011

venerdì 17 giugno 2011

I dipendenti Profim si danno i turni per mantenere il presidio nell’azienda di cucine con il futuro a rischio

Fabbrica occupata «Non molleremo»


Il morale era alto anche ieri, secondo giorno di presidio dell'azienda Profim di Prata. In gruppi di 7-8 persone i 91 dipendenti della Florida cucine Profim spa di via Maron, 16, continuano, dandosi il cambio nelle 24 ore per l'occupazione dello stabilimento iniziata mercoledì. Sono in assemblea permanente e tra di loro in queste ore parlano: di quello che è accaduto, di come si sia potuti arrivare a oggi, di cosa succederà nel loro futuro, di quanto importante sia la ricchezza «lavoro», ancor più dello stipendio da operaio (1.000-1.200 euro al mese). Dall’inizio dell’anno lavorano a singhiozzo (2 o 3 giorni la settimana) e da circa tre anni sono alle prese con la cassa integrazione a rotazione. I dipendenti della Profim stanno vivendo una situazione nuova, la prima occupazione nel settore del mobile in provincia. Un settore per tradizione poco sindacalizzato perchè qui si usava, spiegano gli operai del mobile «testa bassa e lavorare sempre nel massimo rispetto del parón». «Noi della Cgil - afferma Michele Sica Rsu Cgil - abbiamo sempre cercato di lottare per la dignità dell'operaio e forse con queste azioni oggi ci stiamo riuscendo». Tutti i dipendenti sperano che la loro protesta possa portare all'uscita dal tunnel: un'azienda interessata alla Profim, visto che la linea cucine della Florida è la meno appetibile. Nella vista di ieri in fabbrica i referenti della proprietà hanno parlato dei primi contatti da parte di aziende che hanno chiesto informazioni. «Sappiamo che sono cose che richiedono tempi lunghi - dice Sica - aspettiamo fiduciosi. Il personale è pronto con pazienza a affrontare altre giornate di questo tipo non dermordiamo: continueremo a oltranza. Restiamo in stato di agitazione permanente». Gli operai che si alternano si portano panini e cibi congelati da casa. In sala mensa del capannone di Prata c'è tutto il necessario: un microonde, un frigo. Niente televisioni o radio: in assemblea si parla, parla, parla. Anche il collega di lavoro che prima ti stava un po’ antipatico, o con il quale c'era dell'attrito diventa amico e in fabbrica ora «si viaggia in simbiosi». Tra i 91 dipendenti anche degli stranieri arrivati anni fa nel Pordenonese con il sogno della vita in Italia: 4 ghanesi che lavorano alla Profim da quasi 20 anni e stanno per ottenere la cittadinanza italiana, 2 romeni e un albanese. Per loro oltre al danno la beffa di un sogno che pensavano di aver realizzato e che sta andando in frantumi.

(Il gazzettino, Venerdì 17/06/2011)

mercoledì 15 giugno 2011

L’assemblea dei lavoratori Florida ha detto sì all’accordo

L’assemblea dei lavoratori Florida ha detto sì all’accordo formulato dalla nuova società e dai sindacati per tentare di salvare il mobilificio di Prata dal tracollo. Ieri mattina, infatti, il 95 per cento dei votanti (presenti in 136 su 148) ha accettato le misure concordate con la "As Home" e ieri pomeriggio l’accordo è stato firmato nella sede di Unindustia. Un accordo sul quale la Fillea Cgil sia la Cisl si dicono moderatamente ottimiste, ricordando che rimane l’incognita dell’ammissione al concordato e la sua omologazione. Quindi la parola ora passa ai giudici.
L’accordo di rilancio, come già anticipato ieri dal Gazzettino, prevede la ripartenza con 67 lavoratori e il ricollocamento di altri 10 nell’arco di un anno, in cui le verifiche saranno bimestrali. Per quanto riguarda gli scatti di anzianità, la loro maturazione ripartirà da zero, con incremento ogni 2 anni. Però il 50% cento del già maturato sarà subito riconosciuto come un superminimo non assorbibile. Mentre l’incentivo, frutto di contrattazione provinciale, compreso tra i 90 e i 130 euro, sarà corrisposto in busta paga nella seguente misura: per i primi 16 mesi al 55 per cento; dai 16 ai 24 al 70% e dopo i 24 mesi al 100%.
Il prossimo passo ora spetta alla nuova azienda, spiegano Giovanni Facca della Fillea Cgil e Stefano Brunetta della Cisl. «La As Home, della quale per ora conosciamo solo l’mministratore delegato, Paolo Paparotto - continua Brunetta - entro la fine del mese dovrebbe farsi avanti spiegando da chi è composta e rassicurando sulla sua capacità finanziaria. Inoltre deve firmate il contratto per l’affitto del ramo d’azienda ed entro il primo ottobre decidere chi manterrà a lavorare. Semprechè il giudice acconsenta. Dal canto nostro abbiamo chiesto la valutazione congiunta dei dipendenti che saranno mantenuti in attività. Ci preme - ha ribadito Brunetta, che sia rispettato il genere e che non siano penalizzati i più deboli».
I sindacati stanno inoltre valutando le posizioni contributive dei lavoratori che sono ormai vicini alla pensione, per valutare se il periodo di Cig possa essere loro utile per maturarla, con conseguente fuoriuscita indolore dal mondo del lavoro.

IL GAZZETTINO 15/06/2011